Ippolito Pizzetti, Pollice VerdeUna raccolta di articoli del 1975-1985 che hanno ancora molto da insegnare
Chi è Ippolito Pizzetti? Laureato in lettere, traduttore, insegnante, appassionato di giardinaggio e progettista. Ha contribuito alla nascita dell'Associazione degli Architetti Paesaggisti, lui che architetto non era. Nasce a Milano, suo padre è musicista, si laurea in letteratura italiana nel 1950 con Natalino Sapegno discutendo una tesi su Cesare Pavese.
Comincia come traduttore a collaborare con Einaudi.Tradurrà vari autori tedeschi, l'aver curato la versione italiana de Il Vicario di Rolf Hochhuth gli procurerà la scomunica. Nel 1968 pubblica per Garzanti, insieme a Henry R. Cocker Il Libro dei fiori, in due volumi. Inizia a scrivere di piante sul settimanale L'espresso per cui firmerà dal 1975 al 1985 la seguitissima rubrica Pollice Verde. Dirigerà poi le collane L’Ornitorinco per Rizzoli, tutta dedicata all'universo vegetale ed animale, e Il Corvo e la Colomba per Franco Muzzio. All'attività letteraria, e alla progettazione di giardini, si affiancheranno negli anni le collaborazioni con alcuni tra i più importanti architetti del '900 italiano (Ludovico Quaroni, Giancarlo De Carlo, Gino Valle, Vittorio Gregotti, Carlo Aymonino). Ha insegnato nelle Università di Palermo, Venezia e Ferrara dove ha tenuto per diversi anni un corso in "Architettura del Paesaggio". |
Perchè leggere un libro vecchio di 30 anni? "Pollice Verde" è una raccolta di articoli, quindi è maneggevole e può essere letta secondo i vostri interesse. Partite dall'indice e andate curiosando. Di certo troverete qualche articolo di interesse. Pizzetti fu un precursore, scrisse e diffuse aspetti che oggi sono integrati nella miglior pratica giardiniera italiana. La sua capacità di muoversi a suo agio in Franccia, Gran Bretagna e Germania gli permisero di fare da ponte per conoscenze avanzate e sensibilità continentali. Io l'ho sfogliato in modo selettivo ma in certi articoli mi sono immerso con gioiosa riconoscenza. Esperienze con piante, pratica professionale, letture di paesaggi, commenti a scelte publiche e progetti di giardini, sottili letture sociologiche come in L'orto. Ecco ad esempio un passo tratto da "Il bosco" del 24 febbraio 1980 che ho assolutamente condiviso da elfo silvano e gnomo mancato quale mi sento a volte:
"Ancor più dei giardini, la mia vera passione sono i boschi. Non la foresta, non c'è più da pensarci, esiste solo nelle favole, e neppure la selva ma il bosco. Se dovessi scegliere tra un giardino grande e ben progettato un angolo di bosco recintato (sì recintato, la realtà è questa) credo non avrei dubbi, e sceglierei il bosco. Un bosco non creato da me ma cui ho messo mano giorno per giorno, che ho conosciuto in tutte le stagioni; ma che restasse sempre un bosco, qualcosa che c'era prima e non ho creato io - per nulla monumento; qualcosa che è molto prima e oltre me, un bosco che anche rivisitandolo ogni giorno possa riserbare sempre qualche sorpresa."
Buona lettura, Francisco
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